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Difficoltà del percorso MTB
Frasassi e la montagna cava

Km 36 – Dislivello in salita m. 736 - Partenza e arrivo: stazione di Genga

Dalla stazione ferroviaria si aggira l’ampia radura pianeggiante dove si trova la biglietteria delle grotte, circondata dal grande parcheggio e dai chioschi dei souvenir. Si supera il paese di San Vittore per percorrere poi tutta la gola di Frasassi. Usciti dalla gola, oltre un evidente insediamento industriale si svolta a sinistra per una stradina che in breve si immette sulla provinciale per Fabriano. Si prosegue quindi fino al cartello che indica a sinistra Vallemontagnana. La strada sale regolare verso la frazione omonima ancora abitata (all’unico bivio evidente prendere a sinistra) che si attraversa completamente con vari tornanti; all’ultima casa la salita s’impenna un po’ per raggiungere la strada privata (di servizio a una cava) che passa sopra il paese, risale ancora fin sui pascoli più alti del versante nord fino ad un grande casolare disabitato. Ora si seguono i segnavia del Cai n.147, la stradina a fondo naturale è unica ed evidente, punta verso sud, tocca il punto più alto e prosegue ancora per circa 1 km prima di iniziare a scendere un po’ ed entrare nel bosco. Qui bisogna fare attenzione: la strada si copre d’erba e sembra proseguire diritta in lieve salita, invece un segnavia poco evidente ci fa deviare a sinistra su una minuscola traccia di sentiero stretto che taglia il pendio boscoso e piuttosto ripido. Il sentiero sbuca poi in una traccia più ampia, si prende a sinistra e al bivio successivo a destra poi si trasforma rapidamente in una strada bianca per entrare nella piccola frazione di Rocchetta. Si scende ancora sulla strada bianca verso la chiesa di San Giovanni, poco prima di giungervi però una croce di ferro segnala un incrocio con una strada bianca a sinistra, si svolta quindi e si risale in breve fino a un passo per scendere poi alla frazione di Cerqueto, tipico borgo appenninico tuttora abitato. La strada si stringe fra le case e si trasforma in un ampio sentiero in lieve salita, prima che diventi ripido un ometto di pietra e frecce rosse indicano un sentiero stretto che scende sulla destra. Il sentiero - perfettamente scorrevole ma alquanto stretto - taglia e scende sui pendii orientali fino ad entrare a San Cristoforo frazione disabitata da anni ma mai completamente abbandonata. Si esce quindi dal paesino sulla strada principale in direzione sud, ma subito si svolta a sinistra imboccando un ampio sentiero che scende con ripidi tornanti verso il fondovalle, dove poi corre veloce seguendo il corso dell’Esino verso nord, fino alla frazione di Valrapara. Ora è una strada bianca con trattiasfaltati, fino ad un incrocio presso un passaggio a livello. Si va a sinistra e si è subito a San Vittore; ancora un km. a ritroso sulla provinciale percorsa all’inizio e si torna alla stazione.

Frasassi e la montagna cava

Percorso impegnativo, per bikers esperti, attraverso il bosco con ripidi discese

Questo è un percorso impegnativo, per bikers esperti, vantando un notevole dislivello da superare tutto d’un fiato, due tratti di sentiero tortuoso nel bosco e ripide discese. L’anello consente di stare a stretto contatto con l’ambiente appenninico del monte Valmontagnana, il piccolo rilievo montuoso che ospita al suo interno il famoso complesso carsico della Grotta Grande del Vento e innumerevoli altre grotte. Il tratto che attraversa le minuscole frazioni di Cerqueto e San Cristoforo è molto particolare… da non perdere!

Insediamenti appenninici e specialità culinarie locali

Il Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa–Frasassi è l’area protetta più grande nelle Marche; esso racchiude una gran varietà di ambienti e specie, sia animali che vegetali, ed è al tempo stesso anche un prezioso connubio di arte e storia. Nel cuore del Parco, poi, si trova il complesso speleologico più importante d’Italia: le celebri grotte di Frasassi, conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, che sono state anche sfondo di lungometraggi e videoclip. L’itinerario da noi proposto attraversa alcuni suggestivi settori del Parco, per permettervi di constatare lungo una piacevole pedalata, la diversità di panorami e ambienti, ma anche di poter conoscere alcune piccole frazioni tutt’oggi ancora abitate da qualche persona. Tali nuclei sono un esempio dell’insediamento appenninico sulla montagna e testimoniano come la vita moderna sia anche qui possibile, ma senza rinunciare del tutto alla vocazione agricola. Tra questi vi è San Cristoforo, paesino ormai quasi abbandonato, ma suggestivamente incastonato in uno scenario rupestre. Non va dimenticato che proprio da queste popolazioni e dalle loro consuetudini traggono origine una serie di tradizioni locali di cui oggi si esalta la riscoperta e la valorizzazione, specie sul versante agro-alimentare. Come dimenticare l’agnello di razza fabrianese, allevato allo stato semibrado? Proprio dalle erbe dei pascoli di queste montagne deriva la ricchezza degli acidi grassi polinsaturi di questa carne, talmente profumata da essere utilizzata anche cruda. E sempre in quest’ambito una particolare menzione va assegnata al salame “Fabriano” e al “ciauscolo”. Il salame di tipo fabriano è una specialità (caratterizzata da grossi cubetti di grasso sparsi nella pregiata carne suina) dall’origine incerta (un’ipotesi la riconduce ai Galli Senoni, confinati in queste aree montane dopo la disfatta nella battaglia del Sentino, nel 295 a.C). Il ciauscolo è invece un salame spalmabile e molto morbido, ma dal sapore gradevolissimo, la cui ricetta è stata adottata in quasi tutto il territorio marchigiano. Più in generale, in queste zone il paesaggio culturale, sospeso tra modernità e tradizione, ha consentito la sopravvivenza delle memorie culinarie del passato, ed antichi stili di vita da necessità si sono trasformati oggi in tradizione. Noi vi suggeriamo di gustarle in un buonissimo panino, da portarvi al sacco durante la vostra escursione in mountain-bike tra le meravigliose lande di questo territorio.

Frasassi e la montagna cava
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